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al testo di Serenella Menichetti
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Una madre, è minestra bollente che rapidamente si fa tiepida, per evitarti scottature. Pietra che si fa cuscino perché tu bambino, faccia sogni meno duri. E’ silenzio accomodante perché in carrozzina, tu, infante dolcemente riposi.
Tappabuchi, tuttofare, s’improvvisa, la madre, Talvolta pure padre!
Certe sere: mescola le carte come un giocoliere. Con la divisa ad arte confezionata, tessuta con i fili dell’onnipotenza tampona la sua assenza. Perché non sia notata. E’ grande, quando ci riesce. -D’altra parte è una madre.- Una che ce la mette tutta.
“Se poi non restasse più niente?” “Fa niente! “Sarebbe una madre perdente.”
“E tu non hai mai pensato: che lei, pure, sia donna, e ti ami nonostante le umane imperfezioni? Che abbia diritto a tenere la testa scevra d’aureola ed aloni?”
La madre ANGELO DEL FOCOLARE E’ comoda utopia ! Che all’uomo tanto piace. Anche se, ahimè, la poverina Rischia di bruciare le celestiali ali nella brace.
Per maschi troppo assenti ed egoisti: è tesi suffragata! E’ comoda bugia e sadica pretesa, che prima o poi verrà pagata. E la famiglia, ne farà la spesa.
SERENELLA
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